Le immagini delle opere video di Devis Venturelli, vincitore del Premio Artivisive San Fedele 2007, vanno ad indagare temi portanti della storia dell’uomo al di là del tempo e dello spazio: il sacro, la maternità, la guerra, la violenza. Artista intelligente, che si colloca fuori da prevedibili schemi, Venturelli lavora con grande attenzione sul linguaggio della video arte con uno sguardo all’espressione cinematografica.
In Nonostante tutto è una donna in nero, completamente coperta. Una maternità negata, violata. Sarebbe sin troppo facile rintracciare un riferimento alla cultura e al costume musulmano, una dimensione in cui oggi in molti si tuffano, pregni di un facile conformismo culturale. Al contrario, Venturelli vuole mettere in crisi la stupida semplificazione del mondo degli slogan, tendenti all’omologazione, alla globalizzazione del pensiero, nel tentativo di offrire una spiegazione a tutto. Una semplificazione che banalizza e che non arriva mai all’essenza delle cos, nella tensione a trovare una collocazione.
Le immagini dei video sono eleganti, di una compostezza classica, influenzate dalla formazione di Devis Venturelli, che ha studiato ed esercita la professione di architetto, ma anche da certe espressioni della nostra contemporaneità artistica come la ricerca di Bill Viola o di Douglas Gordon.
Si indaga il mistero della nascita. Anche in tempi come il nostro, in cui si tenta di offrire una spiegazione a tutto quanto ci circonda, l’evento della nascita è ancora per molti versi un tabù. Qui si tende a indagare le radici dell’uomo, i suoi archetipi. Non si tratta, tuttavia, di una ricerca di matrice sociale. Venturelli offre uno spunto, una riflessione sull’ovvietà dell’interpretazione. Qui è la maternità colta nella sua sacralità, una sacralità oltraggiata ogni giorno dalla violenza del mondo, dalle guerre del macrocosmo, ma anche dei terrificanti microcosmi quotidiani. La maternità per il giovane artista romagnolo non è solo bellezza. Piuttosto tende a cogliere la complessità degli eventi. È qui, anzi, una sorta di contraltare alla bellezza. Si percepisceun’atmosfera di solitudine, di angoscia, di timore, evidenziata anche dalla scelta dei colori. In questa opera video, ma anche nelle altre presentate, non vi è comunicazione diretta, non tutto deve essere per forza esplicito, dichiarato, spiegato.
Il secondo video dal titolo Softair, presenta un gruppo di soldati che striscia per terra in un attacco bellico, presunto o virtuale. Sopra le loro schiene è un corpo nudo di un giovane uomo. Il riferimento è chiaro: il rimando è a Cristo, alla sua Passione, nell’incomprensione del mondo. Sono anche qui immagini legate alla tradizione iconografica della pittura occidentale. (© 2007, Angela Madesani)