Marciapiedi (Boardwalks), documentation of urban installation, photo c-print, several dimensions (2009)
L’azione apparentemente libera del camminare viene temporaneamente sospesa dall'intervento artistico inducendo a ripensare il movimento del corpo nella città. Le nostre azioni anchilosate dalla durezza e dalla rigidità dei contenitori in cui viviamo, non possono essere più le stesse su superfici differenti, morbide e afunzionali. Dall’installazione risultano trame variopinte che il progetto multimediale (video, fotografia, installazione, performance) restituisce in una successione cadenzata di inquadrature dal taglio geometrico, dove i blocchi stradali sono foderati come “materassi-mappa” che alludono al moto delle emozioni, oltre la staticità delle superfici. E’ l’itinerario dei nostri percorsi inconsci, al di là le direzioni programmate. La strada registra l’intimo tessuto privato del nostro passaggio mentale nel muoversi urbano. E’ la mappa della nostra vita, polifonica e relazionale. L’anatomia della città. Una mappa nella quale il terreno è una pelle che fa affiorare gli strati di persone che popolano il nostro spazio e raffigura i luoghi che affollano i nostri percorsi emotivi.
Sono atmosfere raso terra, le strade di un’altra città.
The action apparently free of walking is temporary suspended by this artistic intervention, carrying out to rethink the body’s movement through the city. The stiffs actions by rigidity of architectural containers where people live, cannot be the same anymore, on different, soft, no functional surfaces. After installation there are colourful weaves which multimedia project (video, photography, installation, performance) discloses via rhythmic-geometrical sequence, where roadblocks are covered as “mattress-map” suggestive of emotions, over the static surfaces. This is a unconscious itinerary, over programmed directions. The road records intimate weave of our transit in urban moving. This is a map of our life, polyphonic and relational. The urban anatomy. A map where the soil is a skin which brings out the layers of population in our spaces, and depicts the places where there is a density of our emotions.
They are atmospheres close to the ground, the streets of another town.